Quanto ci costa la Medicina Generale?
Quanto ci costa la Medicina Generale?
Una analisi sulla spesa sanitaria in Sardegna.
La crisi della Medicina Generale: tra sottofinanziamento e crescita della domanda di salute
Negli ultimi tempi si sente spesso parlare di inefficienza del territorio in ambito sanitario.
Tuttavia, per comprendere a fondo le radici di questo problema, è necessario tracciare una linea che colleghi alcuni punti fondamentali del discorso, al fine di avere un quadro più chiaro della situazione.
Nel linguaggio econ., l’efficienza è la situazione di massima capacità produttiva, e cioè di costi minori possibili, in un complesso industriale, in un’attività commerciale (Treccani)
La Medicina Generale rappresenta una componente essenziale dell'assistenza territoriale, eppure, ogniqualvolta si affronta il tema dell'inefficienza del sistema sanitario, il parallelo con la Medicina Generale è quasi immediato. Ma quanto ci costa realmente la Medicina Generale? E soprattutto, è giusto considerarla un costo o, piuttosto, un investimento necessario per garantire la sostenibilità dell'intero Servizio Sanitario Nazionale?
Un sistema in affanno: crescita della spesa sanitaria e aumento del disavanzo
Il rapporto del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) sulla spesa sanitaria 2024 ci consegna il quadro di un settore in continua crescita. I numeri parlano chiaro: la spesa sanitaria corrente in Sardegna è passata dai 3.2 miliardi del 2014 ai 3.8 miliardi del 2023.
Anche il disavanzo nel frattempo è cresciuto. Dopo una graduale riduzione dal 2014 al 2020, anno in cui aveva toccato il minimo storico, è tornato a crescere fino a 209 milioni nel 2023.
Un conto sempre più salato, dunque, nonostante un'offerta di servizi sanitari che si sta progressivamente riducendo. Il paradosso è evidente: si spende di più, ma i cittadini ricevono meno.
Il caso Sardegna: meno risorse proprio nel momento più critico
La nostra regione, già caratterizzata da una delle popolazioni più anziane d'Italia e da un'elevata incidenza di malattie croniche, ha subito una riduzione delle risorse destinate alla Medicina Generale proprio nel momento in cui la domanda di assistenza è in forte aumento.
A fronte di una spesa sanitaria regionale complessiva crescente la spesa per la Medicina Generale è andata in controtendenza: tra il 2014 e il 2023, i fondi destinati alla Medicina Generale in Sardegna sono diminuiti passando da 165 milioni di euro nel 2014 a 151 milioni nel 2023.
Così che mentre nel 2014 la nostra Regione spendeva per la Medicina Generale il 5.11% della spesa sanitaria corrente, nel 2023 il rapporto è sceso al 3.98% nonostante i bisogni di salute della popolazione siano tutt'altro che diminuiti!
Al contrario, negli ultimi anni, il contesto sanitario sardo ha subito trasformazioni significative che hanno reso l’assistenza territoriale ancora più essenziale.
L'invecchiamento della popolazione è un fattore chiave: la Sardegna ha una delle più alte percentuali di anziani ultraottantenni in Italia, una fascia di popolazione che necessita di cure continuative, prevenzione e una gestione efficace delle patologie croniche come diabete, ipertensione, insufficienza renale e malattie cardiovascolari. Allo stesso tempo, si è registrato un aumento della prevalenza di malattie degenerative e neurologiche, tra cui demenze e Alzheimer, che richiedono una rete di assistenza primaria forte e ben finanziata.
A questi fattori si aggiunge l’aumento della povertà sanitaria, con una crescente fetta della popolazione che fatica ad accedere a cure specialistiche e ospedaliere, rendendo il ruolo della Medicina Generale ancora più cruciale nel garantire diagnosi precoci e continuità assistenziale.
Infine, l’impatto della pandemia da COVID-19 ha lasciato strascichi importanti: l’incremento delle patologie respiratorie, le conseguenze del Long Covid, i ritardi nelle diagnosi oncologiche e cardiologiche hanno moltiplicato la domanda di cure primarie, senza che a questo corrispondesse un adeguato incremento delle risorse destinate alla Medicina Generale.
Ridurre i fondi alla sanità territoriale in questo contesto significa aggravare ulteriormente il sovraccarico ospedaliero, con più accessi in pronto soccorso e ricoveri evitabili, generando così un circolo vizioso di inefficienza e aumento della spesa sanitaria complessiva. Una politica miope, che non tiene conto della realtà epidemiologica e delle necessità concrete della popolazione sarda.
I dati parlano chiaro: il sottofinanziamento della Medicina Generale in Sardegna non è un risparmio, ma una spesa differita e aggravata. La riduzione delle risorse in un momento di crescente bisogno di assistenza sanitaria territoriale sta già mostrando i suoi effetti negativi: più ricoveri evitabili, più accessi impropri al pronto soccorso, una presa in carico inadeguata delle patologie croniche. Come evidenziato dal Libro Azzurro per la riforma delle Cure Primarie, la sanità territoriale non è un costo da contenere, ma il pilastro di un sistema sanitario sostenibile ed equo.
Se vogliamo garantire ai cittadini sardi un servizio sanitario efficiente e accessibile, è necessario un cambio di rotta. Serve un’inversione di tendenza che veda nella Medicina Generale il fulcro dell’assistenza primaria, con investimenti adeguati e una programmazione che tenga conto delle esigenze reali della popolazione, specie nelle aree più fragili.
Perché la vera efficienza non si misura nei tagli, ma nella capacità di rispondere ai bisogni di salute della comunità.
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